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L'ascesa del fakiro

L'ascesa del fakiro

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L'ascesa del fakiro

“L’ascesa del fakiro ” è un lavoro del 2017, momento in cui mi ero concentrato di più sulle Minuterie metalliche; gli scarti in questo caso erano le tavole che facevano da supporto alle opere. Misura cm 50x50.

Il titolo è allusivo e volutamente “forzato”: il termine con la “k” mi restò in testa fin da ragazzo quando un romanzo di Salgari, poco noto, ambientato nella giungla indiana mi entusiasmò e mi ispirò grandi voli di fantasia.
Quindi, tramite la mia tecnica ho creato una sorta di ziggurat, una torre a gradoni, costituita da viti e chiodi al centro.
La particolarità consiste nel fatto che le viti non sono avvitate, ma incollate come a volerle slegare dalla loro normale attitudine funzionale perché qui esse rappresentano un gruppo o gruppi di persone: quelle che il fakiro, arrivando dall’esterno del quadro, incontra nel suo percorso di vita e, toccandone alcune, sfiorandone altre, piano piano si eleva fino alla sua personale compiutezza al centro, in uno dei punti più alti e tra i suoi elementi preferiti -i chiodi- fondendosi in qualcuno che per lui sarà la realizzazione personale.
Il filo tortuoso che ne sottolinea il percorso racconta delle cadute e delle risalite dell’esistenza.
Le viti/persone, non avvitate, prendono ciascuna una propria inclinazione, singolare, unica e imperfetta, proprio come nella vita.

L'opera è stata  selezionata ed esposta nella mostra del Concorso "Arte in Arti e Mestieri" di Suzzara (Mn) nel 2017; è stata esposta alla mostra "Vite parallele" al Salotto di Milano nel 2020 ed è stata presentata da Willy Montini su Artenetwork nello stesso periodo.

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