Alfa & Omega (La parabola)

Alfa e Omega” (La parabola) è un lavoro misto di Sc-art e Minuterie metalliche del 2019 e faceva parte della mostra “Leonardo 500 anni dopo-Tributo al Genio” ospitata nel maggio dello scorso anno dalla Galleria Fatto ad Arte di Milano. In tale contesto ho voluto omaggiare il genio vinciano nell’ambito delle celebrazioni mondiali per il cinquecentenario della sua scomparsa. Misura cm 50x50x8.

Ogni pannello di scarto recuperato è stato ispiratore e preso come base per sottolineare uno degli infiniti aspetti o invenzioni di Leonardo.

In questo caso il colore nero, la purezza formale e il tema scelto potrebbero far pensare ad una ricorrenza funerea o triste per una parabola di vita -pur eccelsa- che inizia (Alfa/feto) e termina (Omega/ritratto senile), sorvolando le tante esperienze (e quante ne ha avute, Leonardo..) lasciate qui volutamente vuote o apparentemente spoglie.

In realtà, vi si ripetono sempre solo due piccoli elementi, in oro e argento alternati, a sottolineare le due anime del Genio: quella di pittore creativo e quella di ingegnere ricercatore.

Per tutti, però, c’è un inizio e una fine, come il filamento impietosamente sottolinea ma...la composizione in realtà si apre alla speranza: il tutto è montato come se si stesse guardando il frame di una pellicola cinematografica! I chiodini neri ai lati sono pronti, come i quadratini delle pellicole, a far scorrere questo frame all’infinito, riproponendoci questa straordinaria vita o inserendola come una gemma nel mare di vite a precederla o a seguirla.

Un segnale di apertura inaspettata e di ringraziamento senza fine per tutto ciò che Leonardo ci ha lasciato e che continua ad ispirare nella vita ci ciascuno di noi.

L'opera è stata scelta per la copertina del calalogo ed esposta nella mostra "Vite parallele" al Salotto di Milano nel 2020. Vanta inoltre due passaggi televisivi su Artenetwork: uno in occasione del lancio della mostra suddetta, l'altro nello stand Artenetwork alla Arte in Fiera di Parma in ottobre, sempre raccontata da Willy Montini.